20 luglio 2023
La capacità di cambiare delle imprese passa per il capitale umano” – è questa la frase-monito che Luigi Bosone (rappresentante della terza generazione della famiglia) tiene salda su una delle ante dell’armadio del suo ufficio, all’isola 5 del CIS, dove lo abbiamo incontrato per intervistarlo. Classe 1994, dopo la laurea in Ingegneria Gestionale, Luigi ha deciso
di seguire le orme calcate prima dal nonno suo omonimo, fondatore della F.lli Bosone, e poi da papà Angelo, entrando a pieno nell’organizzazione aziendale.
Qual è il peso che l’azienda dà alla formazione?
Credo fermamente che il successo di un’azienda abbia le sue radici nel capitale umano, cioè nelle persone. Queste ultime devono avere l’opportunità di potersi formare e sviluppare competenze adeguate da poter metter al servizio della
propria azienda. La capacità di cambiare delle imprese passa per il capitale umano, dove il noi conta molto più dell’io.
Nella nostra azienda c’è un cartello che cita una frase di Winston Churchill: “alcune persone vedono un’impresa privata come una tigre da uccidere subito. Altri la vedono come una mucca da mungere ma solo pochissimi la vedono per com’è in realtà: un robusto cavallo che traina un carro molto pesante”. Il carro deve essere trainato dalle persone con adeguata formazione e solida conoscenza: oggigiorno in un mondo post covid sempre più digitale e frenetico, credo che un’azienda
non possa prescindere dalla professionalità d’interazione del proprio team con la propria clientela. È importante mettere le proprie persone nelle migliori condizioni di apprendimento e formazione perché alla fine la tecnologia è un attimo, ma sono le nostre persone che devono acquisire nuove skill, sia relazionali che digitali. Io ne sono un po’ un esempio in quanto ho partecipato al Retail Executive Master di qualche anno fa ed ho ritrovato poi alcuni insegnamenti appresi, e spero ci possano essere altre occasioni di formazione del genere alle quali poter prender parte.
Quali ritieni possa essere il tuo contributo per il futuro dell’azienda?
Ereditare un’impresa ed essere la prossima generazione al comando significa ereditare anche un capitale reputazionale ed identitario che dovrà esser mantenuto nel tempo, fatto di valori, radici e di comportamenti. Almeno nella nostra azienda,
siamo giunti ad un punto in cui c’è bisogno di invertire un po’ la rotta, introducendo un po’ di forze nuove che devono trovare il sostegno di quel che già c’è. Io da sempre ho vissuto l’azienda da quando ero bambino ed ora ritrovarmi qui a tempo pieno per me è l’unico posto in cui sento di spendere le mie energie. Io rappresento la terza generazione che convive a sua volta con quella precedente che ha, a giusta ragione, una visione molto più tradizionale del mondo del lavoro, quindi coesistere non è sempre facile date le differenze di veduta, ma c’è la voglia di venirsi incontro per raggiungere un obiettivo comune.
Rispetto al processo di digitalizzazione in atto quale è l’approccio?
Viviamo in un’epoca in cui la digitalizzazione la fa da padrona, dove l’online si fonde sempre più con ciò che è fisico. A settembre c’è l’intenzione di voler partire con un piccolo progetto di reingegnerizzazione dei nostri processi di business, dove si cercherà di mettere in pratica un mio progetto che avevo sviluppato all’Università insieme a miei due colleghi, introducendo un sistema ERP, ovvero un sistema informatico di gestione che integra tutti i processi di business dell’azienda, in particolare processo di approvvigionamento, processo di magazzino e di vendita finale al cliente. Tutto ciò al fine quindi di ridurre tempi di esecuzione delle attività, migliorare il grado di conoscenza delle nostre giacenze, ridurre
il cartaceo automatizzando il tutto tramite l’utilizzo di appositi moduli dell’ERP. Ovviamente, noi siamo un’azienda tradizionale ed un cambiamento del genere va introdotto a piccole dosi, con la giusta attenzione, ma sono fiducioso del fatto che possa essere un modo non solo per migliorare la nostra gestione interna ma anche per fornire un servizio migliore
ai nostri clienti. Ad oggi, disponiamo di un canale vendita WhatsApp collegato al nostro sito online ed alle nostre pagine
social, dove cerchiamo di mantenere quanto più attiva la relazione con la nostra clientela. Fase ultima sarà giungere alla creazione di una piattaforma B2B, cercando di digitalizzare la fase finale del nostro lavoro, facendo in modo che una relazione o una vendita possa cominciare online e completarsi nel negozio fisico o viceversa. È giusto fare un’autovalutazione critica: siamo un po’ in ritardo ma a volte per cambiare c’è bisogno di tempo, ma è importante poi rendersi conto che i canali digitali B2B aprono nuove opportunità, generando vantaggi non solo per l’azienda ma anche per il cliente che ne usufruisce, diventando uno strumento per entrambi per accrescere la fedeltà ed espandere la propria
clientela. Questo si ricollega all’urgenza di disporre di team formato, anche e soprattutto con competenze di tipo digitale, per offrire ai propri clienti un’esperienza di tipo omnicanale che sia coerente e senza soluzione di continuità, a prescindere che avvenga su canali social o in presenza.
Quali sono le idee riguardo ai temi della sostenibilità sociale ed ambientale in relazione all’azienda?
Oramai, la prestazione di un’azienda viene valutata in maniera triplice, non solo da un punto di vista economico ma anche sociale ed ambientale, quindi la sostenibilità deve in qualche modo far parte delle strategie aziendali. È giusto esser trasparenti: noi siamo una medio-piccola azienda di distribuzione e, per quel che ci è possibile, cerchiamo di stringere
quante più relazioni con fornitori che sono impegnati in processi di produzione di capi che non siano dannosi per l’ambiente e che adoperino fibre naturali che garantiscono connubio tra benessere, economia ed eticità lungo tutta la catena della filiera produttiva. Alcune delle nostre aziende fornitrici sono anche impegnate in progetti di sostenibilità sociale che riguardano il rispetto dei diritti delle donne, e ci fa piacere distribuire i loro prodotti, così da sentirci sostenitori
anche noi di una causa così importante. Inoltre, ovviamente, garantiamo le migliori condizioni lavorative eque, dignitose e sicure alle nostre persone, tant’è vero che la maggior parte dei nostri collaboratori sono con noi da moltissimi anni, segno quindi di un effettivo benessere lavorativo; non manca ovviamente l’inserimento di nuove risorse, quando se ne sente la necessità ed anche per garantire un giusto ricambio del proprio personale.
Quali sono i progetti per il futuro dell’azienda?
Se immagino l’azienda tra dieci anni so che dovrà essere diversa rispetto ad oggi. Ciò che eredito è sicuramente un vantaggio ma bisogna saperlo gestire al meglio, perché la storia ci insegna che tutto può cambiare e finire velocemente, purtroppo. Io personalmente immagino uno scambio di idee e di lavoro organizzato tra azienda di oggi e quella di domani, dove i cambiamenti avvengono in maniera graduale ma costante, senza fretta ma senza sosta. La filiera della moda è sempre in continua evoluzione per questo bisogna cercare di mettere le basi per un’azienda che sia solida ed al passo con i tempi perché altrimenti saranno proprio gli stessi tempi a fare una selezione naturale. Noi proviamo a difenderci ed oggi, con tanti
sacrifici dei miei genitori e di mio nonno, oggi siamo ancora qui e speriamo di esserci ancora un domani. Io mi auguro di
essere in grado di aumentare il valore di ciò che mio nonno ha creato, mio padre ha mantenuto ed aumentato a sua volta, anche tramite la valorizzazione di un nostro marchio LSB, abbigliamento e camiceria uomo donna prettamente Made in Italy. Con questo piccolo progetto cominciato un po’ di tempo fa, noi vogliamo cercare di distribuire un prodotto di abbigliamento uomo donna, che coniughi uno stile classico giovane, semplice con un tocco di raffinatezza unito al pregio ed alla qualità ottenibili solo dall’esperienza e dalla manifattura italiana.
Qual è la visione dell’azienda rispetto agli scenari futuri della distribuzione commerciale?
Innanzitutto, noi come azienda siamo chiamati a fare un vero e proprio salto digitale e gestionale senza precedenti, questa è la nostra prima sfida per continuare ad operare nel nostro piccolo per ora. Credo che la distribuzione commerciale in un futuro prossimo, anzi forse già oggi deve esser così, dovrà seguire una regola precisa: meno prodotto ma più dati, mi spiego meglio. È come se la vendita non sia soltanto la vendita di un prodotto in sé, ma bisogna cominciare a parlare di un’esperienza di valore tra noi ed il cliente, che può avvenire sia in store che in maniera digitale, e lo sappiamo bene in quanto le reazioni post Covid hanno accelerato la digitalizzazione della nostra vita, e la distribuzione commerciale non è
esclusa. Al tempo stesso però, siamo sempre più attenti alla qualità della relazione che si instaura: inizia ad esser questo il fattore determinante di successo tra le aziende. Non solo il prodotto, ma qualcosa che va oltre il prodotto, che è intrinseco alla relazione di vendita. Meglio conosciamo la nostra clientela, più è possibile raccogliere, archiviare ed elaborare dati di qualità che determineranno il futuro delle aziende, così da elaborare una proposta di prodotti e servizi in negozio quanto più precisa possibile, che sia rispondente alle esigenze della clientela. Allo stesso tempo anche un piano social può seguire le stesse dinamiche. Oggigiorno, bisogna capire che ogni processo di vendita è un processo emozionale che si basa oltre
che sulla preparazione del proprio personale che si trova ad affrontare una clientela sempre più preparata, ma sulla capacità di entrare in empatia con il cliente: più il rapporto è empatico più dati riusciamo a tirare fuori. Stiamo un po’ cercando di far questo: ogni feedback di ogni nostro cliente è prezioso in quanto ci consente di capire la loro esperienza
d’acquisto in negozio o tramite canale WhatsApp, così da poter essere uno strumento per aumentare la nostra presenza online e fare in modo che i loro feedback siano per noi d’aiuto per migliorarci e siano anche una valida prova per futuri
nuovi clienti. Nel nostro piccolo, è importante provare a trovare nuovi mercati dove poterci inserire per garantirci un futuro quanto più roseo. Il digitale può rappresentare un valido strumento per poter andare quanto più lontano possibile. Per questo motivo, settembre rappresenterà per noi l’inizio di un nuovo percorso. Speriamo bene.