19 febbraio 2024
Se siamo al CIS, lo dobbiamo esclusivamente a mio padre Ciro che volle fortissimamente trasferire l’attività dalla zona di via Marina, a Napoli, a Nola. E’ soprattutto grazie alla sua caparbietà ed al suo intuito che oggi siamo qui e l’azienda ha potuto fare il salto di qualità. All’epoca, oltre dieci anni fa, mio fratello Angelo, mia madre Rita ed io eravamo fortemente contrari e scettici. Non nego che ci sono state anche divergenze in quel periodo. Il primo pensiero era di perdere la clientela affezionata che avevamo a Napoli. Pensi, che i facchini venivano a fare i ritiri di piccole quantità, in bicicletta e persino a piedi”. “Venire a Nola significava, secondo noi, perdere per sempre quel tipo di clientela. Invece, mio padre che si era fatto da solo, con l’intuito e la competenza, tenne duro e tirò dritto con la sua decisione, intravedendo nel 2004 che il CIS avrebbe rappresentato il futuro dell’azienda. Inizialmente, entrammo come affittuari all’isola 4 e poi in qualità di soci”. E’ quasi un omaggio, doveroso, al padre Ciro, scomparso prematuramente nel 2018 a soli 63 anni, quello di Mariano Napolitano, presente da alcuni anni al CIS all’isola 6 con la sua azienda che si occupa di distribuzione informatica. Bisogna dire che poi, una volta trasferitisi a Nola, al CIS, a Mariano in particolare si è aperto un mondo.
“A partire dalle condizioni ambientali, totalmente diverse, rispetto al luogo di provenienza. E poi ai servizi, al contesto che rende piacevole lavorare, e concentrarsi sugli obiettivi dell’azienda. E persino quei 35 km che separano Napoli, (dove Mariano abita con la sua famiglia, la moglie, ed i piccoli Gioia e Ciro che porta il nome del nonno), diventano produttivi: “in quella mezzora, mentre guido penso alle cose da fare, alle sfide future”.
Oggi l’azienda, opera con tre cash e carry, oltre quello di Nola, sedi a Casalnuovo e a Bari. Mariano, pur essendo giovanissimo, con i suoi 38 anni, è in azienda da oltre 20 anni: “Mio padre ha incominciato questo lavoro nel 1978. E’ stato uno dei primi a fare distribuzione di macchine per ufficio, macchine da scrivere, calcolatrici. E pensare che papà non sapeva nemmeno scrivere a macchina….dice con un filo sottile di emozione, aggiungendo ….ed è tutto dire per uno che era del settore, essendo rivenditore Olivetti. Quando ha cominciato era la fase inziale dei pc”.
Quale è stato il valore aggiunto che ti senti di aver introdotto in azienda?
“Sono entrato prestissimo in azienda, pur avendo preso il diploma, non mi sentivo portato per la scuola. La mattina andavo a scuola ed il pomeriggio andavo a lavorare nel negozio della zona di via Marina. Per cui trascorrevo gran parte del tempo in azienda, sin da giovanissimo. Mi piaceva essere operativo, operativissimo. Con crescenti responsabilità avevo già a quindici
anni le chiavi del nostro capannone” – sottolinea con una punta di orgoglio. “Tornando a ciò che ho introdotto in azienda, in realtà si è trattato quasi di un automatico passaggio generazionale, nel senso che personalmente, con mio fratello, abbiamo
integrato l’attività di mio padre, introducendo, nel lavoro quotidiano che già facevamo, progressivamente gli articoli di elettronica e l’informatica. Mentre mio padre continuava nell’ambito del settore office (stampanti e consumabili), chiaramente essendo più recettivo ai cambiamenti ho assecondato gli sviluppi del mercato”. Entrato giovanissimo…. “Oggi forse, a distanza di 24 anni, un po’ mi pesa aver avuto da sempre tutte queste responsabilità. Anche perché fare l’imprenditore, in Italia, e soprattutto a Napoli è veramente difficile. Per questo dico che oggi, più di ieri, è stata proprio una felice intuizione quella di mio padre. Penso che a Napoli, in Campania, e forse in Italia, non esista un centro migliore per fare impresa come il Cis di Nola. Negli anni ho acquisito consapevolezza dei vantaggi di far parte di questo contesto.
E lo dice uno che – come detto – era fortemente contrario. Prima di trasferirci, avevamo comunque una azienda che faceva il suo fatturato, anche se però era forse concentrata localmente con tutti piccoli rivenditori napoletani. Dal trasferimento a Nola, la nostra azienda si è sviluppata enormemente, ha acquisito brand di rilevanza internazionale”.
Quali sono le ragioni?
“Al Cis è cambiata la nostra mentalità. Il cliente è diverso da quello della strada, poi si è aperto un mondo, pieno di opportunità e dinanzi, a questo nuovo scenario, che cominciano a frullare idee e progetti, magari pensando e ripensando
nel percorso di 35 km che mi separa da casa all’azienda. Cambiando mentalità, ho cercato di aprire i miei orizzonti, pensando in grande”. “E poi giorno dopo giorno mi dicevo, facendo il confronto con il contesto precedente, ma la vita è
questa allora. Perciò, oggi – dice letteralmente – questo Centro lo benedico. Tante volte mi sono trovato a discutere con colleghi, dovendo rimarcare i vantaggi, a chi magari non ne è pienamente consapevole, e dico sempre a tutti, se fosse stati a Napoli con l’attività, capireste pienamente il valore del CIS. Oggi non lascerei mai il CIS per tutto: servizi, sicurezza,
verde. Senza questi, non avrebbe senso”.
Come vede il distributore moderno?
“Siamo consapevoli che il cliente, sempre più al giorno d’oggi tende a non muoversi. In più progressivamente si riducono le intermediazioni. E’ il segreto di pulcinella. Allora la risposta sta nei servizi da offrire al cliente. Investire nella loro qualità e nell’innovazione. Faccio un esempio: abbiamo allestito in una parte dell’azienda uno show room dedicato ai rivenditori
del settore, che possono accompagnare il cliente a provare in maniera demo quello che gli sta proponendo. Una vera e propria esperienza di acquisto, con sistemi e prodotti di altissimo livello. Ovviamente nell’accompagnamento al rivenditore, bisogna aggiungere altro”.
L’online rappresenta il futuro?
“E qui si apre il tema della digitalizzazione. In un settore come il nostro il digitale è visto a 360°. Andiamo verso un mondo in cui i nostri figli acquisteranno in maniera diversa. L’online sarà sempre più dominante. Alcune figure potrebbero scomparire. Il magazzino si ridurrà a favore di sistemi sempre più rapidi di just in time”. Di pari attualità c’è il tema del green e della sostenibilità. Ma anche la formazione. “La nostra sensibilità al tema risponde ai tempi. Oggi, le case produttrici sono senz’altro più attente e sicuramente il packaging e gli imballaggi sono adeguati alle regole green. Devo dire che anche qui, il CIS rappresenta un caso esemplare, consentendoci di differenziare i cartoni in maniera puntuale. Cerchiamo poi di essere
al passo con i tempi, incontrando periodicamente i nostri rivenditori, per momenti di aggiornamento”. Insomma, il CIS ha rappresentato una svolta. “Da quando siamo al CIS la più grande soddisfazione è stata quella di essere riconosciuti a livello
Italia da due top brand come HP e Lenovo”.